L’emigrazione italiana è un fenomeno ben noto. Solo nel 1916, l’anno in cui essa ha raggiunto il picco, 872.598 italiani hanno lasciato l’Italia per cercare altrove un futuro migliore. L’emigrazione è poi continuata quasi ininterrottamente, vivendo un’altra ondata nel secondo dopoguerra, per poi stabilizzarsi durante gli anni del boom economico e tornare a crescere recentemente. Molti degli emigrati del dopoguerra, quando hanno lasciato l’Italia, non parlavano italiano, ma una qualche lingua locale, o un dialetto. Che ne è stato di quelle lingue? Come sono diventate? Sono rimaste cristallizzate com’erano 60 o 70 anni fa o sono cambiate? Questa lezione racconterà la nostra ricerca, svolta nell’ambito del progetto europeo Microcontact, sulle lingue degli emigranti italiani nelle Americhe. Si parlerà delle lingue ma anche delle comunità, di come sono cambiate, come si sono integrate con le comunità locali, e come esse hanno influenzato a loro volta i Paesi di arrivo.
Roberta D’Alessandro è professoressa ordinaria di Linguistica Generale/Sintassi e variazione linguistica e direttrice del dipartimento di Linguistica dell’Università di Utrecht, dove ha diretto fino allo scorso anno un progetto, finanziato dallo European Research Council, intitolato Microcontact, dedicato alle lingue ereditarie italo-romanze nelle Americhe. Prima di Utrecht, Roberta è stata titolare della cattedra di Italianistica dell’Università di Leiden, dove è arrivata dopo aver lavorato e studiato a Montreal, a Cambridge, a Seattle, e in diverse altre sedi straniere.
N.B. Deze lezing wordt in het Italiaans gegeven.